La nostra storia
Le origini della casa di riposo, secondo concorde affermazione degli storici Achille Beltrame e Giovanni Mantese, datano all’anno 1896, in seguito al lascito disposto dal cittadino di Arzignano Sebastiano Scalabrin, del quale l’istituzione porta il nome.
Con riguardo però alla sopraindicata datazione di apertura non sono stati rinvenuti documenti atti a suffragare l’attendibilità della data stessa; esiste invece insospettabile testimonianza secondo la quale l’apertura è avvenuta nell’anno 1898, con indiretta conferma nella deliberazione n. 45 del 26 aprile 1897, della Congregazione della Carità che, in seguito ad una elargizione disposta dal Comune di Arzignano a titolo di contributo per le spese di primo impianto della Casa, testualmente dispone di “incaricare il presidente a provvedere all’acquisto di mobili occorrenti pel ricovero di almeno otto mendicanti inabili al lavoro, procurando la massima autonomia e facendo uso per quanto possibile dei mobili e della biancheria dell’eredità Scalabrin, a condizione che la spesa complessiva non superi le 500 lire e che ogni singolo acquisto sia approvato dalla Congregazione stessa” .
All’inizio la casa di riposo fu gestita dalla Congregazione di Carità, Istituzione prevista dalla legge 17.7.1890, n. 6972, cui era assegnato il compito di amministrare la beneficenza in ogni comune.
Originariamente la casa di riposo fu aperta nelle antiche case Scalabrin in Via Cavour.
Con Regio Decreto 13 febbraio 1913 la casa di ricovero Sebastiano Scalabrin fu eretta in Ente morale con propria personalità giuridica sotto l’amministrazione dell’anzidetta Congregazione di carità.
La casa di riposo rimase nella sede originaria di Via Cavour per 33 anni, cioè fino al 1931, anno in cui ebbe destinazione definitiva nel nuovo fabbricato costruito in Viale Vicenza (ora Via 4 Martiri), con l’intervento anche di ulteriori generose donazioni dei cittadini, in primis del Sig. Giuseppe Bonazzi che già nel maggio del 1922 costituì un primo fondo per la costruzione del nuovo edificio, in quanto l’amministrazione dell’epoca, ravvisando ormai insufficienti ed inadeguati gli ambienti ricavati nelle antiche case Scalabrin in conseguenza dell’aumentato numero degli anziani Ospiti, prese la decisione di costruire una nuova casa in posizione più isolata e tranquilla.
Dobbiamo riconoscere l’avvedutezza dimostrata dagli amministratori dell’epoca ai quali va riconosciuto il merito di aver saputo assicurare una disponibilità di spazio e di respiro capace di permettere quello sviluppo che l’Ente ha oggi raggiunto.
Dobbiamo inoltre riconoscere il ruolo avuto dai cittadini di Arzignano che, con i loro atti di liberalità, attraverso sottoscrizioni, legati testamentari e libere donazioni hanno impresso il coraggio all’azione di coloro che si sono trovati a reggere la conduzione amministrativa dell’ente
Le lapidi, affisse alla casa di riposo recano i nomi di alcune fra le persone che si sono distinte in una gara di solidarietà che per mezzo secolo circa ha tenuto desto in Arzignano l’interesse per i problemi degli anziani
La nuova casa di ricovero fu eretta nell’appezzamento di terreno, in zona Calavena, a fianco dell’originario ospedale “Cazzavillan” sia per motivi di salubrità del luogo ma anche per la vicinanza dell’ospedale con il quale si sarebbero potuti unificare, a spesa equamente ripartita, taluni servizi.
La posa della prima pietra si ebbe in concomitanza con l’inaugurazione dell’asilo Ines Bonazzi il 21 Aprile del 1929, con intervento di un folto gruppo di autorità, tra cui il principe di Piemonte Umberto di Savoia
La nuova residenza fu aperta agli Ospiti nel mese di settembre dell’anno 1931 conservando la denominazione di Casa di Ricovero “Sebastiano Scalabrin”.
Nel 1937 furono disciolte le Congregazioni di Carità e con legge 3 giugno 1937 vennero istituiti gli Enti Comunali di Assistenza che subentrarono alle predette Congregazioni con il conseguente trasferimento di tutte le loro funzioni.
Nell’anno 1938, con Regio Decreto 15.11.1938, l’ospedale di Arzignano e la Casa di ricovero vennero trasferite ad un’amministrazione unica, autonoma, composta da un presidente e da quattro consiglieri di nomina Prefettizia, a capo di una Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (IPAB).
Si susseguono alla Presidenza il Dottor Concato Pietro e il Comm. Giacomo Pellizzari, che nella seduta del 7 aprile 1941 si offrì di far costruire a proprie spese una cancellata, poiché quella precedente era stata rimossa per assicurare alle forze armate il materiale bellico necessario, lasciando la casa di riposo e il vicino ospedale privo di protezione.
Agli inizi del 1944 la media giornaliera delle presenze era di 53 persone, assistite da due suore e due inservienti e da due ulteriori suore che si occupavano della cucina per la casa di riposo e per le persone in stato di povertà assistite dall’Ente Comunale di Assistenza
In esecuzione del Decreto del Presidente della Repubblica 26.5.1969, n.542, l’ospedale civile di Arzignano fu poi costituito in ente ospedaliero autonomo a norma della legge 13 febbraio 1968 per cui venne a decadere il preesistente raggruppamento dei due enti (ospedale e casa di ricovero) prima governati da un unico consiglio di amministrazione sotto la denominazione di “Opere Pie Riunite”.
Da quel momento la casa di riposo ha avuto una propria amministrazione autonoma ed ha conservato la natura giuridica di IPAB.
Con decreto 21 giugno 1971 del Prefetto di Vicenza viene costituito il primo consiglio di amministrazione della “Casa di Ricovero Scalabrin” per il quadriennio 1971 -1975 Ne fanno parte il Sig. Fernando Anzolin, Presidente, Pia Verlato, Romano Camponogara, Mario Facchin, e Bruno Gugole.
A quella data il patrimonio dell’ente era costituito da 4 fondi concessi in affitto, due case concesse in locazione e da 1.044 azioni della Banca Popolare di Arzignano, oltre all’edificio su cui sorge la casa di ricovero e il terreno annesso
Fin dai primi inizi della sua attività la nuova amministrazione prese atto dello stato generale di invecchiamento dell’edificio e si rese conto dell’inadeguatezza del fabbricato che, strutturato in base al vecchio criterio delle grandi camerate comuni, con un unico salone centrale di soggiorno che serviva allo stesso tempo da refettorio, da luogo di ritrovo e passatempo, non risultava più adatto alle mutate e più attuali esigenze degli anziani.
Il problema di una più idonea struttura per l’accoglienza degli anziani non era più differibile per cui l’amministrazione ritenne che l’unica soluzione fosse quella di effettuare la costruzione di una nuova unità assistenziale.
Dello stesso convincimento è anche l’amministrazione comunale che ad iniziativa del sindaco Delio Giacometti si renderà promotrice di un incontro con i politici per la realizzazione di distinti edifici rispondenti a specifiche funzioni, e nella seduta del 31.12.1974 l’amministrazione dell’ente decide di dar via alla progettazione dell’edificio per non autosufficienti
Il piano operativo, dettagliatamente studiato dall’ente è contenuto nella relazione fornita dal presidente Fernando Anzolin nel corso dell’incontro promosso dal Rotary Club agli inizi del 1975 con la partecipazione di una nutrita rappresentanza di professionisti e di personalità del settore imprenditoriale e della cultura
Questo testo è parte della relazione che, centrando il problema, ha raccolto unanimi consensi:
“L’assistenza alle persone anziane che quasi dovunque è stata finora disimpegnata sulla base di ordinamenti arcaici non certamente rispondenti al più progredito modo di concepire i valori della vita, può essere realizzata in due modi diversi, attraverso cioè le forme di assistenza aperta che comprendono principalmente: l’assistenza domiciliare e l’assistenza abitativa; oppure attraverso servizi residenziali ai quali appartengono le case di riposo e la casa albergo
È logico perciò che a noi interessano i servizi residenziali e cioè la casa di riposo e la casa albergo
È a tutti noto che l’assistenza alle persone anziane è stata finora attuata nel nostro comune attraverso al Casa di Riposo Scalabrin che negli anni costitutivi è chiamata casa di ricovero: Si tratta di un fabbricato degli anni 1931 che oltre a manifestare parecchi segni di vetustà, ingannando le apparenze esterne, è decisamente inadeguato alla sua funzione di residenza per anziani essendo strutturato in base al vecchio criterio di camerate comuni e un unico salone centrale di soggiorno
Anche l’opinione pubblica ha più volte sottolineato l’urgenza di interventi migliorativi proponendo la costruzione di un altro fabbricato ideato secondo criteri più moderni e meglio rispondenti alle esigenze degli ospiti, che abbiano a trovare un ambiente più consono e confortevole, stanze singole e meglio disimpegnate, dove sentirsi a casa propria senza dover subire il trauma del cambio delle abitudini di vita.
Non potendo disporre di alcun aiuto, la Casa di Riposo dovrà porre mano alla vendita delle sue proprietà immobiliari pervenute da antichi lasciti di persone benemerite”
Da ciò partì la proposta progettuale che portò alla realizzazione dei tre distinti edifici: Blocco A) per non autosufficienti, Blocco B) per autosufficienti, Blocco C) o casa albergo (fabbricato quest’ultimo ricavato dalla ristrutturazione del vecchio edificio) rispondenti a specifiche funzioni ed avvantaggiati dalla possibilità di usufruire dei più importanti servizi comuni.
Il nuovo edificio per anziani autosufficienti venne aperto il Venerdì Santo 17 aprile 1981 fu finanziato totalmente con la vendita dei quattro lotti di terreno di proprietà dell’ente, mentre la casa albergo, costruita dal Comune di Arzignano anche con il contributo della Regione, venne aperta agli ospiti il 2 ottobre 1982.
La gestione della Casa albergo è esercitata dallo Scalabrin sulla base di apposita convenzione approvata la prima volta il 13 maggio 1982, e successivamente rinnovata
Frattanto l’Amministrazione Anzolin, dopo aver avviato altre operazioni di vendita di beni immobiliari per procacciarsi i mezzi finanziari, nel luglio 1982 decide di conferire all’ing. Bono l’incarico di redigere un progetto esecutivo di ristrutturazione del vecchio edificio, con la partecipazione anche della Regione Veneto che stanzia un contributo in conto capitale e un mutuo agevolato della durata di anni 13.
L’edificio ristrutturato, destinato ad anziani non autosufficienti, fu aperto nell’anno 1990.
Ricordiamo le parole del Vescovo Pietro Nonis, che, all’inaugurazione del nuovo Centro ha definito il Presidente Anzolin “un piccolo angelo” per gli anziani, interpretandone in veneto il cognome, “un angelo che nella vita trova soprattutto grande soddisfazione di lavorare per gli altri”.
Ulteriori opere, finanziate per merito di contributi da privati, sono stati l’ampliamento del fabbricato per persone autosufficienti effettuato nel 1994 con la costruzione di un nuovo soggiorno e l’ascensore montalettighe e nel 1996 la realizzazione di porticati esterni che hanno messo in collegamento tra loro i tre fabbricati, una nuova sala utilizzata per tenere incontri formativi e per gli incontri con i famigliari è stata realizzata grazie al contributo erogato dai F.lli Marchi, che hanno voluto sostenere l’amministrazione Anzolin in memoria della madre Lucia e del padre Girolamo, che per lunghi anni si è saggiamente prodigato, prima come presidente e poi come consigliere all’amministrazione dell’Ente.
Altre importanti opere sono state approntate con le elargizioni sia da parte dell’industria meccanica Calpeda che da parte della Signora Lucia Mettifogo in ricordo del fratello Vinicio
Nel 2014 la Ditta Carbotermo spa ha realizzato un impianto di cogenerazione e teleriscaldamentoche fornisce energia elettrica e termica allo Scalabrin, alla Scuola secondaria Motterle, al Comando di polizia locale ed all’ asilo nido Giolitti.
L’impianto in oggetto alimentato a gas eroga una potenza elettrica di 140 kW, e soddisfa il fabbisogno di energia elettrica degli edifici collegati e contemporaneamente produce calore, che viene recuperato per riscaldare l’acqua destinata agli impianti termici degli stessi edifici.
La centrale termica e composta anche da 3 nuovi generatori di calore a condensazione per un totale di 1.557 kw termici. Gli amministratori dell’ente, nel tempo, si resero conto dell’inadeguatezza dei fabbricati e avviarono la progettazione di un complessivo intervento di ristrutturazione e riqualificazione, che ha visto nel corso del triennio 2015-2018, la realizzazione di un primo importante intervento che ha consentito la completa ristrutturazione del Blocco B, dedicato agli anziani autosufficienti e il relativo adeguamento antisismico; l’edificazione di un nuovo salone polifunzionale addossato al corpo C e collegato attraverso un tunnel di collegamento al corpo B; l ’edificazione, in aggiunta al precedente ascensore, di un montalettighe nel corpo C.